Business Continuity: cos’è e come si realizza, davvero

Business Continuity Plan

In una preziosa intervista esclusiva, Andrea Tenderini, Technical Consultant di un system integrator come Sistemi HS racconta il caso di eccellenza che, in collaborazione con HPE e il progetto HPE Innovation Lab Next, sta generando una strategia innovativa di Business Continuity al servizio del territorio.

Business Continuity cos’è e come si realizza e come un ecosistema di valore, composto da Sistemi HS e HPE, lo sta traducendo in realtà concreta, in Italia?

La risposta non è banale e va cercata innanzitutto, e come sempre, nel vocabolario. La Business Continuity è infatti la capacità di un’organizzazione di mantenere le funzioni essenziali durante e dopo un disastro. La pianificazione della continuità operativa stabilisce processi e procedure di gestione dei rischi che mirano a prevenire interruzioni dei servizi mission-critical e ristabilisce la piena funzionalità dell’organizzazione nel modo più rapido e fluido possibile.
Il requisito fondamentale per la Business Continuity è mantenere attive le funzioni essenziali durante un disastro e ripristinarle con il minor tempo di inattività possibile. Un piano di continuità operativa prende in considerazione vari eventi imprevedibili, quali calamità naturali, incendi, epidemie, attacchi informatici e altre minacce esterne.

La continuità aziendale è importante per le organizzazioni di qualsiasi dimensione soprattutto oggi che con la rivoluzione cloud, le infrastrutture IT stanno diventando progressivamente servizi e, con il passaggio di molti di dati e workload su piattaforme esterne alle imprese, un blocco, un imprevisto deve essere immediatamente sanato… pena, la salute stessa del business di un’azienda. Secondo molti esperti, il primo passo nella pianificazione della business continuity è decidere quali delle funzioni di un’organizzazione sono essenziali e allocare di conseguenza il budget disponibile. Una volta identificati i componenti cruciali, è possibile mettere in atto meccanismi di failover.

Business Continuity, gli elementi chiave: resilienza, recupero e contingenza

La conduzione di un’analisi dell’impatto aziendale (BIA) può rivelare eventuali punti deboli, nonché l’impatto di un disastro su vari dipartimenti. Il rapporto BIA informa l’organizzazione delle funzioni e dei sistemi più cruciali a cui dare la priorità in un piano di continuità operativa.

Un piano di continuità operativa ha tre elementi chiave: resilienza, recupero e contingenza.

Un’azienda può aumentare la resilienza progettando funzioni e infrastrutture critiche tenendo conto di varie possibilità di catastrofe; ciò può includere rotazione del personale, ridondanza dei dati e mantenimento di un surplus di capacità.

Il rapido ripristino delle funzioni aziendali dopo un disastro è cruciale. L’impostazione degli obiettivi del tempo di recupero per diversi sistemi, reti o applicazioni può aiutare a stabilire le priorità per gli elementi che devono essere recuperati per primi.

Un piano di emergenza ha procedure in atto per una varietà di scenari esterni e può includere una catena di comando che distribuisce le responsabilità all’interno dell’organizzazione. Queste responsabilità possono includere la sostituzione dell’hardware, il noleggio di spazi per uffici di emergenza, la valutazione dei danni e la contrazione di fornitori di terze parti per assistenza.

Business Continuity, il caso Sistemi HS

Dalla teoria alla pratica come si traduce una corretta strategia di Business Continuity sul territorio, un Paese come l’Italia?

La risposta, come in parte anticipato, è tutta nel caso di eccellenza che da tempo unisce un system integrator come Sistemi HS e una multinazionale come HPE e, in particolare, un progetto come HPE Innovation Lab Next. Una piattaforma collaborativa che, proprio sul territorio italiano, ha raggruppato le eccellenze dell’innovazione tecnologica nel segno di spazi di idee, confronto e competenze al servizio, verticale, delle aziende italiane.

A raccontarci il valore della Business Continuity, dei dati per le aziende e in che modo la collaborazione con HPE sta sviluppando benefici concreti in questo è un manager di grande esperienza come Andrea Tenderini, Technical Consultant di Sistemi HS.

«Negli ultimi tempi – spiega Tenderini – molti clienti hanno dovuto affrontare situazioni critiche relative alla disponibilità dei dati: gli attacchi di sicurezza quali il Cryptolocker combinati ad un mancato adeguamento della infrastruttura IT aggravate dall’assenza di soluzioni di Business Continuity hanno spesso causato un’improvvisa perdita di accesso ai dati, con conseguente aumento dell’attenzione da parte del Business sull’importanza della disponibilità delle informazioni.

L’entrata in vigore della normativa del GDPR ha ulteriormente posto un accento sull’importanza della vulnerabilità e su come le aziende debbano porsi la domanda del trattamento dei dati, a diversi livelli: dal più “alto”, legato al Principio di Accountability, dove la B.U. Unolegal di Sistemi HS supporta da anni società di primaria importanza, fino al livello legato all’infrastruttura. Uno scenario in cui i piani di remediation hanno richiesto, ad esempio, garanzia di encryption dei dati a livello storage per garantire il principio pratico e normativo della minimizzazione del rischio».

Business Continuity, Sistemi HS e la scommessa di HPE con il progetto HPE Innovation Lab Next

E siamo al dunque, all’ecosistema che Sistemi HS sta costruendo con HPE nel cuore del progetto HPE Innovation Lab next.
«La nostra esperienza sviluppata su soluzioni architetturali tradizionali ed iperconvergenti – racconta Tenderini – non prescinde mai dall’obiettivo fondamentale di garantire una user experience ottimale nell’accesso, disponibilità e dalla tutela dei dati» – precisa.

La scelta strategica di Sistemi HS, intrapresa 15 anni or sono, di sposare il modello di proposizione HPE con soluzioni riconosciute dai nostri clienti quali architetture hardware in grado di conservare, gestire e preservare il dato con livelli di affidabilità elevati, si è rivelata un orientamento di business vincente. Nimble e 3PAR infatti ci hanno permesso di proporre a clienti soluzioni di encryption implementate a livello di storage, con replica sincrona o asincrona. Simplivity ci ha dato la possibilità di indirizzare il mercato SMB con una soluzione di alta disponibilità e alte prestazioni fino ad allora non accessibili.

Le nostre partnership con Veeam e Commvault, in concerto con le alliances strette da HPE con gli stessi brand, ci hanno permesso di affrontare la protezione dei dati con soluzioni integrate e funzionalità (quali il diritto all’oblio o il backup integrato con il cloud) decisamente innovative. Tutto questo è espressione delle attività che svolgiamo quotidianamente attraverso il progetto HPE Innovation Lab».

 

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